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lunedì 4 marzo 2013

Giocando, s'impara!

L'idea di questo blog è nata per parlare della funzione educativa dei videogiochi: oggi infatti sono visti spesso solo come meri strumenti negativi e diseducativi e ci si dimentica del fatto che ogni oggetto non è né buono né cattivo, ma tutto dipende dall'uso che ne viene fatto. Possedere un coltello è reato? No, se lo usiamo per tagliare il pane nella nostra cucina; sì se stiamo entrando in una banca con cattive intenzioni. E' interessante quindi esplorare il mondo dei nuovi videogiochi che oggi sono sempre più interattivi, per scoprire quanto la loro funzione ludica ed entusiasmante venga sfruttata non solo per il puro divertimento ma anche per attività molto più serie come: aiutare la socializzazione in contesti di disabilità, coadiuvare attività motorie e riabilitative in contesti sanitari e formare addirittura i nostri apparati militari grazie all'utilizzo di simulatori elettronici.
Infatti, guardate questo video!

9 commenti:

  1. I videogiochi sono uno strumento potente, sopratutto nella società in cui viviamo, dove ormai l'interattività e lo sviluppo tecnologico rendono il tutto più interattivo, quindi perchè non utilizzarli in maniera utile?

    Piacere mi chiamo Fabrizio e sono uno studente al terzo anno di Informatica Musicale all'Università degli Studi di Milano, quest'anno ho seguito un corso di Realtà Virtuali e abbiamo affrontato anche questa tematica.

    La realtà virtuale permette, come hai detto tu, di agire in diversi campi, da quello sanitario e a favore dei disabili a quello militare e spaziale con test che permettono agli utenti di immergersi interamente in uno spazio che riproduce la realtà dando l'idea, anche emozionale, di trovarsi veramente in una determinata situazione o di agire con precisione e accuratezza.

    Tornando ai videogiochi io e dei miei compagni di corso abbiamo in mente un progetto, appunto per il corso di Realtà Virtuali, di creare un gioco che permetta di ragionare sugli effetti e l'abuso delle sostanze stupefacenti facendo interagire l'alterego virtuale all'interno di un mondo e, somministrando determinate sostanze, agire sulle sue sensazioni. Ora non mi dilungo sulla questione perchè è ancora in fase di progettazione =)

    Per quanto riguarda l'immersività e l'interazione ho avuto l'opportunità mesi fa di provare il Kinect, che non solo ha il pregio di rendere il giocatore parte del gioco più attivamente che con un controller, ma permette anche di eliminare la staticità di stare seduti imbambolati su un divano.


    Detto ciò spero che il blog prenda piede e attendo altri post ^^

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    1. Ciao Fabrizio! Grazie per il tuo interessante commento che muove la mia curiosità a cercare nuovi spunti e nuovi orizzonti che mi piacerebbe esplorare nel campo dell'interattività e appunto della realtà virtuale. Sono una studentessa di Scienze della Formazione all'ultimo anno e mi piacerebbe condurre una ricerca in questo campo che potrebbe anche diventare argomento di tesi. Concordo con te sul fatto che la staticità del giocare non si abbini più al divertimento e credo non affascini più nemmeno le nuove generazioni in quanto persino i bambini son sempre più attirati dalle nuove console perchè con esse possono finalmente entrare a far parte di quel mondo virtuale che desiderano esplorare rispetto ad una tv che li vede sempre più passivi e costretti a subire un bombardamento di immagini date. In fondo, se ci pensiamo bene, leggere un libro può stimolare molto di più la fantasia perchè vi è tra la trama della storia la possibilità di identificarsi in uno o più personaggi e, mentre la parola scritta stimola l'immaginazione e il chiedersi come sarà quel protagonista rispetto ad altri, la tv impone invece un'immagine che è quella e non possiamo farcene una diversa, la subiamo e basta. Il fatto poi di non riuscire ad interagire con la storia che vediamo in tv carica lo spettatore (il bambino) di energia che poi non riesce successivamente a scaricare. Il gioco interattivo al contrario può farci entrare nel mondo da protagonisti dove le nostre scelte influiranno sul proseguire della storia. Insomma, quante esperienze si possono vivere in questa realtà virtuale che diversamente nella vita off-line non si potrebbero realizzare... Tutto questo ovviamente sempre stando attenti ad un uso critico e problematicistico che ritengo, proprio in quest'ottica, molto educativo. Complimenti per il tuo progetto e tanti in bocca al lupo perchè tu ed i tuoi compagni possiate realizzarlo al meglio. Fammi sapere!

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  2. Grazie mille per il sostegno al nostro progetto, speriamo esca fuori qualcosa di intrigante e allo stesso tempo utile!
    Il parallelismo che hai fatto con i libri è interessante, in effetti la lettura di una storia è molto più attiva di quanto possa sembrare, soprattutto, a mio parere, dei libri fantasy (io personalmente li adoro) che vanno a lavorare sulla fantasia del lettore, immaginando spazi e anche creature inesistenti, più è dettagliato il racconto più riusciamo a delineare le linee guida che ci permettono di ricostruire le singole persone e cose che abitano quel mondo fittizio, virtuale.
    Infatti la realtà virtuale non è solo dal punto di vista informatico e tecnologico, anche un'illusione ottica rappresentata sulla carta ci da l'idea di qualcosa di reale ma che in verità non lo è.
    La possibilità di utilizzare invenzioni quali il 3D sulle riprese cinematografiche già permette di "entrare" all'interno del film.

    Tornando ai videogiochi, il fatto, come dicevamo, di dare opportunità di maggiore dinamicità da parte dell'utente che "entra" in questo mondo di gioco a mio parere è fondamentale, ma ciò non toglie che anche dei giochi, considerati ormai Retrò, possano essere utilizzati con fini educativi e come allenamento psicomotorio.... ad esempio il Tetris è un gioco geniale perchè, partendo da una velocità molto ridotta, comporta al giocatore una notevole concentrazione per valutare dove dovrà andare il pezzo per incastrarsi alla perfezione... e andando avanti nel gioco aumenterà l'attenzione richiesta e la velocità di esecuzione.

    Da quanto ho capito, comunque, il tuo interesse principalmente verte sui giochi per bambini (quindi mi scuso per queste digressioni su altri giochi qualora non fossero adatte all'argomento).
    Io oltre ad essere studente sono anche capo Scout e "lavoro" (al momento non mi viene un altro termine, comunque ci siamo capiti) sull'educazione dei bambini dagli 8 ai 12 anni e vedendo un pò anche cosa propinano in televisione posso capire la difficoltà nel renderli più dinamici... ora, noi li educhiamo a stare nella natura, all'aria aperta. Però sarebbe impossibile separarli dalla tecnologia (io studiando in campo informatico e piacendomi giocare ai videogiochi sono il primo hehe) e quindi trovare uno strumento che unisca il divertimento alla conoscenza credo sia fondamentale... una volta avevamo il Sapientino, che però dopo un paio di volte che ci giocavi andavi principalmente a memoria...
    L'idea di usare il Kinect, o la Wii o la playstation move, ecc... fanno muovere i bambini, cosa di cui loro hanno bisogno ogni singolo momento, e allo stesso momento gli permettono di imparare nuovi termini, nuovi simboli, nuovi suoni...
    Possono imparare divertendosi e giocando, il che è un metodo funzionale per quella fascia d'età, e allo stesso tempo non possono giocare per un numero eccessivo di ore consecutive, anche perchè muovendosi di continuo dopo un pò avranno una necessità fisiologica di fermarsi e riposarsi, cosa che non avviene quando si utilizza un controller stando seduti.


    Forse sono andato un pò fuori contesto e nel caso mi scuso... comunque i miei migliori auguri per la tesi. E' un argomento molto vasto e affascinante.. riuscire ad utilizzarlo nell'ambito formativo è un progetto interessante.

    Buona Fortuna

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    1. Grazie Fabrizio per contribuire a tenere viva la discussione su questo blog appena nato. Ho aperto questo spazio infatti per scambiare e condividere idee e pensieri su questo interessante argomento dei videogiochi e ti ringrazio per avermi dato, con i tuoi post, tanti nuovi spunti. Innanzitutto non stai affatto uscendo dall'argomento se citi la bellezza di certa letteratura fantasy. Anche a me piace questo genere e soprattutto mi piace confrontare, dopo aver letto il libro, quanto poi il cinema provi a rappresentare la storia narrata. Spesso fare il paragone è deludente ma è anche naturale vedere quanto sia poi impossibile rappresentare in modo veritiero ciò che è nato dalla fantasia dello scrittore. Il film toglie sempre quella parte importante che citavamo entrambi; impedisce alla fantasia di immaginare la scena perch,è per sua natura, la sua scena è fatta di immagini già date! Per quanto riguarda i videogiochi ho interesse ad analizzarli a tutto tondo anche se ho iniziato a guardarli dal punto di vista dei bambini perchè sono proprio loro la categoria esposta per prima a questo tema, anzi spesso sono i bersagli inconsapevoli di una campagna nefasta contro uno dei loro passatempi preferiti. I videogiochi non sono sempre negativi, ma se un genitore non approfondisce l'argomento e ne ignora i tanti aspetti positivi poi è normale che li denigri e colpevolizzi il figlio mentre li utilizza per divertirsi. Io sono una grande appassionata del movimento ed il fatto di averlo trovato nei nuovi modi interattivi di gioco come l'utilizzo di accessori Wii (balance board ecc..) ha aumentato il mio interesse ed il mio divertimento. Sono d'accordo anche sul fatto che dopo un po' di wii fit per esempio si ha un fiatone tale da dover smettere di giocare, come smetteremmo in palestra di svolgere il nostro esercizio. Poi, forse gli addominali si fanno più volentieri se sei dentro ad un meccanismo che stimola il tuo interesse e la tua voglia di procedere nella storia come in un "videogioco" rispetto al restare chiusi in una palestra. Io poi adoro stare all'aria aperta, quindi sono l'esempio di chi concilia movimento, sport e videogioco.
      Ottimo poi il campo "scout" sul cui argomento ho sostenuto un esame data l'importanza di questo tema in educazione e del suo fondatore Baden-Powell.
      Un esempio di come il videogioco possa introdurre ad esplorare tante realtà è il gioco di cui parlo nel mio post "food-force" sopra citato. Ci ho giocato una sera e non faccio altro che pensare a come possano esistere certe situazioni in questo mondo e a quanto si può fare ancora per far conoscere certi argomenti che devono riguardarci tutti (se ci riteniamo davvero cittadini del mondo). Penso anche ai tuoi ragazzi scout... cosa direbbero dopo aver giocato a questo gioco (scaricabile gratuitamente)? Mi vengono in mente proprio ora due frasi di Baden-Powell: "Il vero modo di essere felici è quello di procurare felicità agli altri" e ancora "Gioca, non stare a guardare"...

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    2. Innanzitutto ti ringrazio per l'interesse che hai riguardo al movimento scout visto che spesso, e non ne capisco il motivo, siamo un pò denigrati e non compresi, quindi grazie davvero e sapere che vengono fatti anche esami su questo tema mi rallegra molto.
      Citando Baden Powell mi viene da dire che ci conviene guardare il "5% di bontà" anche nei videogiochi, riflettendoci un pò si può trovare qualcosa di positivo e utile alla crescita in ogni gioco (anche quelli che possono sembrare immorali secondo me possono essere stati ideati per agire un pò come psicologia inversa, portando a giocare su un comportamento negativo tanto da far quasi nauseare il giocatore a quel comportamento e evitare che si atteggi allo stesso modo).
      Food Force devo ancora provarlo, appena l'avrò testato farò in modo di commentare anche il post inerente, comunque trattandosi di una tematica molto forte e di grande sensibilità credo che la passerò anche ai ragazzi, credo che accoglieranno molto volentieri questa possibilità conoscendo il loro interesse per questo tipo di argomenti. Il fatto di essere cittadini del mondo ci deve portare a conoscere anche le situazioni all'estero, non solo pensare alla crisi odierna, quando ci troviamo in un contesto addirittura molto più positivo che in altre parti del mondo.

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    3. Ciao Fabrizio! Scusa il ritardo ma credevo di averti risposto! Grazie a te per gli interessanti commenti che tengono viva la discussione e che mi danno nuovi spunti di ricerca. Allora attendo i tuoi prossimi commenti e se ti interessa ti posto qui anche il link dove puoi trovare "Food Force 2" nella versione (in inglese) giocabile solo su facebook (http://apps.facebook.com/foodforce/?fb_source=search&ref=ts&fref=ts).

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  3. Mi sembrano molto interessanti le vostre riflessioni sull'uso educativo/formativo/rieducativo dei videogiochi e mi piacerebbe saperne di più. Tuttavia credo che negli esseri umani, oltre alla capacità immaginativa, debba essere stimolata ed "educata" la capacità espressiva, sia dal punto di vista emotivo, sentimentale, che artistico. E tutto ciò si affronta mettendosi "in gioco" nelle relazioni e nei legami, quindi: con gli altri. Confesso che ho la sensazione di un progressivo sbilanciamento verso il virtuale che mi spaventa un po'. Nel mondo di oggi sappiamo cosa succede in Afganistan ma non sappiamo nulla del nostro vicino di casa. Il virtuale ci ha resi tutti un po' più soli. Ma sono pronto a ricredermi, se me ne date motivo.

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    1. Caro Andrea, hai pienamente ragione, la penso esattamente oome te sull'importanza delle relazioni, dei sentimenti e dell'incontrarsi DAVVERO e su di un piano reale. Ho scelto però con questo blog di mettermi "in gioco" e di giocare la partita della ricerca video-ludica proprio per sfatare il mito negativo che si porta dietro. La chiave di lettura su questo argomento, come più volte ho già citato, è il non vedere solo un lato della medaglia. Come puoi leggere nel mio primo post, la realtà virtuale può aiutare e stimolare la socializzazione di persone disabili o emarginate che diversamente non avrebbero la possibilità di incontrarsi. Il gioco stimola tante aree del nostro cervello, come quella del piacere e quella dell'intelligenza cognitiva. La reltà virtuale spaventa ed è pericolosa, a mio avviso, solo nel momento che porta il soggetto ad auto-escludersi dal mondo reale fino a renderlo incapace di relazioni sociali. Purtroppo il "gioco" può dare dipendenza ma è per questo che rimane fondamentale farne un uso critico ed attento. Tutto ciò che è abuso è sempre dannoso. Se hai voglia di leggerti il secondo post, è molto interessante il video gioco creato dal PAM per sensibilizzare sul problema della fame nel mondo. Spero di farti cambiare idea... presto....

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  4. Io concordo cn il post di Antonella, al giorno d'oggi i bambini sono nati e immersi nella tecnologia ed è molto difficile staccarli da computer cellulari televisione ecc...per questo è molto importante pe run genitore riuscire a scindere il puro divertimento dei videogiochi e invece l'educazione tramite l'utilizzo di essi...credo che molti ragazzi oggi giochino non tanto per "essere educati" quanto per divertirsi semplicemente quindi secondo me è molto importante insegnare e far capire ai ragazzi che ci sono modi diversi per approcciarsi a tutto il mondo virtuale perchè se no alla fine anzichè essere una risorsa diventa un danno!

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