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giovedì 7 marzo 2013

Food Force!


Sulla scia del discorso sui videogiochi educativi, segnalo qui “Food Force”, un “serious game” di tipo arcade pubblicato dal PAM (Programma Alimentare Mondiale) delle Nazioni Unite nel 2006. Questo videogioco permette al potenziale giocatore di imparare a gestire una crisi umanitaria vestendo i panni di un operatore umanitario che sarà coadiuvato nella sua avventura da una squadra di esperti operatori dell’ONU composta da: un nutrizionista, una coordinatrice logistica e  un pilota responsabile della missione. Il gioco inizia con una voce narrante, interpretata dal calciatore Kakà, che illustra la missione da compiere. Una grave crisi nell’Oceano Indiano, nell’isola (immaginaria) di Sheylan. Prima la zona era fertile ma i cambiamenti climatici hanno avuto effetti devastanti; la deforestazione e l’inquinamento hanno creato ulteriori problemi agli abitanti. Prima la siccità non era un problema ma ora sta diventando sempre più frequente. A rendere più grave la situazione, la guerra civile sull’isola si è intensificata, interi villaggi sono andati in fiamme, le principali vie di comunicazione sono state distrutte e minate. La guerra ha creato una situazione drammatica e nell’isola di Sheylan è stato dichiarato lo stato di crisi. L’obiettivo della squadra speciale anti-crisi è di portare cibo ai milioni di abitanti affamati. Il giocatore si troverà così catapultato in una realtà tragica e avrà un ruolo di salvataggio nella popolazione di Sheylan. La sua missione, come quella reale di tutto il Programma Alimentare Mondiale, è consegnare il cibo a tutti quei milioni di persone che nel mondo soffrono la fame e che hanno bisogno di assistenza. Il gioco coinvolgerà il protagonista in una serie di missioni che dovrà superare entro un certo tempo limite e che lo porteranno a vivere in prima persona l’impatto con una così tragica realtà. La guerra civile ha reso difficile le comunicazioni. Milioni di persone sono state costrette a lasciare case e villaggi e si trovano ora con pochissimo cibo e acqua a disposizione. L’obiettivo della prima missione è contare i sopravvissuti per poter poi raccogliere i dati ed organizzare gli aiuti. Via via che si procede si dovrà poi affrontare la dura realtà della guerra e quindi capire come condurre i camion carichi di aiuti umanitari tra strade impervie, minate e pericolose. Ci si troverà con problemi come il dover cambiare un pneumatico forato, scegliere la strada giusta per proseguire il cammino, scovare e disinnescare le mine. Successivamente, ricostruire ponti per consentire il passaggio ai mezzi umanitari, lanciare dall’aereo sacchi di cibo sugli obiettivi più vicini ed accessibili alla popolazione e, infine, aiutare gli abitanti nella difficile ricostruzione, predisponendo un piano che nel futuro li veda autonomi nella coltivazione del cibo e nella gestione dell’agricoltura. Insomma, come in una vera missione, si dovrà saper reperire il cibo, fronteggiare le emergenze sanitarie come epidemie di hiv o colera e attuare percorsi di coordinamento con le varie autorità locali.
Il gioco ha una discreta grafica in 3D considerando che risale a 6 anni fa ed è scaricabile gratuitamente da qui.
Oltre ad essere un gioco, il sito web è anche una comunità virtuale dove i ragazzi hanno la possibilità di incontrarsi e gli insegnanti di trovare progetti ed info utili per la didattica sul tema dell’emergenza fame e sugli interventi per affrontarla. Il sito web Food Force contiene progetti di lezioni per gli insegnanti, rapporti sul lavoro più recente del PAM, una tabella con i punteggi e altre utilità. Qui di seguito potete vedere il trailer originale in anteprima.
Ritengo questo gioco utile per sensibilizzare i bambini in un percorso didattico al problema della fame nel mondo, in modo diretto ed affatto noioso. Dopo aver infatti affrontato prima il tema con le maestre, la realtà virtuale proietterebbe i ragazzi direttamente al cuore del problema facendo loro davvero “toccare con mano” le problematiche in gioco.



2 commenti:

  1. Ciao Antonella, ho letto il tuo post su Food Force e ho scaricato il gioco; devo dire che questo videogioco mi ha veramente colpito ed è una conferma del fatto che anche i videogiochi possono essere usati per scopi educativi e didattici.
    Le tematiche e le problematiche affrontate sono tra le più varie, e credo che spesso non si ha nemmeno l'idea di quel che vuol dire portare degli aiuti umanitari a popolazioni in crisi per guerre, epidemie o carestie: il gioco fa seguire passo passo (in sei "tappe") tutta la procedura, dal momento in cui viene lanciato l'allarme e si viene conoscenza della popolazione in pericolo, al momento in cui si deve stabilire come aiutare gli abitanti a diventare autonomi ed autosufficienti in 10 anni. Mi ha colpito molto soprattutto la seconda "tappa", nella quale si deve stabilire la quantità di nutrienti nel cibo da portare alle popolazioni, e la "tappa" numero 6, nella quale si deve scegliere in che modo promuovere lo sviluppo del villaggio in modo da renderlo autonomo nell'arco della prossima decade.
    Mi è piaciuta molto anche l'interfaccia grafica, semplice ma abbastanza definita e particolareggiata. Davvero da consigliare ad insegnanti ed educatori!!

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    1. Cara Elisa, grazie per il tuo post.! Sono contenta che il gioco ti abbia appassionato e che tu ne sia rimasta colpita. Questa è la conferma che la maggior parte della gente ancora non conosce questo lato "educativo" dei videogame e che una volta scoperto possa trovarvi qualcosa di buono. Per me ciò è uno stimolo a continuare la mia ricerca in questo campo e ad esplorarne di nuovi! Grazie ancora!

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